16 Luglio 2000 - La festa rossa
Questa lunghissima giornata comincia alle 7 di mattina, quando Diego arriva davanti alla mia ditta, dove avrebbe lasciato la macchina per poi partire assieme alla volta della Toscana. Con un tempismo perfetto, faccio appena in tempo a scendere dalla macchina, dopo aver parcheggiato, che vedo arrivare in lontananza una potentissima Fiat 500 nuovo modello, con assetto ribassato e aspetto decisamente cattivo. E' la macchina personale di Diego, quella con cui partecipa solo alle occasioni speciali. Dopo aver controllato se abbiamo preso tutto, partiamo dirigendoci verso il casello di Novara Ovest, il piu' vicino, per incominciare il lungo percorso autostradale che ci aspetta nella giornata odierna. Naturalmente gli argomenti di conversazione non ci mancano, ma far passare 3 ore di viaggio e' decisamente dura, ed allora anche qualche cazzata esulante dal retrocomputing bisogna spararla, e come al solito si finisce a parlare di donne e cose simili, che non sarebbe un male, se non fosse che distraggono dalla guida anche gli autisti piu' attenti. Decidiamo di passare per la Cisa, perche' quando ero stato la volta precendente da Stefano Becheri mi era sembrata un buon percorso, e comunque una valida alternativa ai viadotti dell'autostrada ligure oppure al pericolo di code tra Ronco Bilaccio e Barberino del Mugello. Con una media decisamente buona, nel giro di 3 ore e qualcosa raggiungiamo l'uscita di Montecatini, alla quale ci aveva detto di uscire Fabio Borborini per recarci da lui, a Serravalle Pistoiese. Purtoppo Fabio ci ha detto di chiamarlo a casa, perche' il cellulare non prende ... peccato che nessuno di noi due abbia il numero di casa di Fabio sottomano. E cosi' si procede a tentativi, basandoci sui miei ricordi della visita precedente e sull'intuizione di Diego. meno male che Serravalle Pistoiese e' un paesino difficile da scambiare per un altro, arroccato sopra una montagnola e decisamente pittoresco. Sorprendiamo in pieno Fabio, arrivandogli praticamente in casa, e dopo qualche parola, ci avviamo con lui e con il suo amico inglese James a prendere il caffe' in un bar del posto, penso alternativo al circolo Acli visitato la volta scorsa, e cosi' iniziamo la giornata che ha un sapore decisamente di vacanza. Consumato il rito del caffe' mattutino, anche se ormai sono quasi le 11 , partiamo per il giro guidato dei mercatini, che Fabio ha sapientemente organizzato. Purtroppo comincia male, infatti arriviamo al primo mercatino, quello tra l'altro che doveva avere il famoso Olivetti L1, e lo troviamo chiuso. Ma i nostri eroi non si danno per vinti e cosi' si riparte alla volta di un altro mercatino, noto come il Rigattiere, e qui ci passiamo un bel paio d'ore penso, anche perche' dopo aver fatto un po' di acquisti, passo molto tempo a parlare con il titolare di questo mercatino e della relativa catena di franchising per discutere della possibilita' di una collaborazione nostra nella realizzazione del suo sito web, la qual cosa mi alletta particolarmente perche' unirebbe l'utile al dilettevole. Si fa ora di pranzo, e me ne accorgo dal fatto che sia Fabio che Diego cominciano a toccarmi il tempo, con aria sempre piu' affamata. Torniamo a Serravalle Pistoiese per il pranzo, che consumiamo sotto il tendone di una festa decisamente sinistreggiante, come mi sembra di capire tutta la zona; ma per mangiare si fa questo ed altro, e cosi' alla modica cifra di 10.000 lire ci viene servita una bella spaghettata condita con un buon bicchiere di vino, e , visto che non siamo ancora contenti ... vai di affettati supplementari per i retrocomputeristi affamati. Dopo pranzo ci aspetta il carico di materiale a casa di Fabio, ed oltre ai famosi laser di cui mezza italia ormai sa vita morte e miracoli, non manchiamo di caricare altro materiale che il generosissimo Fabio ci dona, con estrema gioia della moglie e sotto la minaccia della figlia Jennifer, che a 16 anni e' gia' amministratore delegato della famiglia Borborini, e da le direttive su cosa deve andare via (praticamente tutto) e su cosa deve restare (solo i cani, anche se uno stava gia' prendendo il largo). Le operazioni di carico durano un tempo decisamente lungo , in quanto i problemi da superarare sono molteplici: prima di tutto il cortile di Fabio non e' adattissimo per carico di retrocomputing, in quanto con ingresso in salita ed angusto, bisognera' provvedere nei prossimi anni ad allargare cancello, cortile ed anche eventualmente la strada; poi fare stare i due rack dei laser con a fianco le teste contenenti i tubi ed i sistemi di raffreddamento sulla mia Mazda non e' facilissimo, anche se la vettura ormai ha dato prova durante i precedenti recuperi di avere doti di capienza nascoste. Partiamo alla volta di Pistoia, per visitare un altro mercatino, appartenente anche questo ad una nota catena di mercatini presente in tutta italia. Purtroppo qui non troviamo niente di interessante, anzi, possiamo ammirare alcune ladrate tipiche di questi posti, per esempio un 386 a 100.000 lire, che gli mancava solo l'adesivo "mi chiamo giocondo" da attaccare sulla fronte dell'eventuale acquirente, ed altre cosette tipo giochi per C64 a prezzi da PlayStation e cose simili; forse tra tutto la cosa piu' interessante erano ancora i mobili. Fuori dal mercatino c'era un cassonetto ricolmo di documentazione, sulla quale, alla faccia di quelli che si vergognano a controllare i cassonetti, ci siamo buttati a capofitto. Purtroppo alla fine non siamo riusciti a trovare niente di interessante, se non una marea di fattture con cui avremmo potuto tentare di ricattare qualche azienda, chiedendo lo smaltimento forzato di tutto il parco macchine in cambio del nostro prezioso silenzio; ma abbandoniamo anche questi insani pensieri e ripartiamo alla volta di Prato, consapevoli del fatto che Stefano Becheri ci sta' gia' aspettando presso la sua retro casa, desideroso di smaltire qualcosa per fare posto a nuovi acquisti. Arrivati a casa di Stefano e parcheggiato nel solito parcheggio random, veniamo accolti dalla famiglia Becheri in versione ridotta, senza bambini, ma una presenza a noi ormai familiare rallegra ugualmente : l'immancabile Gatto Panceri fa capolino dal suo luogo di villeggiatura estivo, il balcone, dotato di ogni comfort, compreso un ascensore idrodinamico, per le uscite veloci in caso di avvistamento di gatte in calore nel vicinato. purtroppo il tempo e' tiranno, e dopo una visita velocissima al parco macchine di Stefano, che e' forse l'unico ad avere tutte macchine perfettamente funzionanti e di livello decisamente elevato, e dopo la solita orazione di fornte al dio Next, ci avviamo verso quel di Campi Bisenzio, dove ci aspetta il nostro Maurizio, trasformato per l'occasione in cuoco. Arrivati sul posto, una bella vallata immersa nel verde, mi rendo subito conto di quanti comunisti ci siano da queste parti, visto che praticamente sarebbe stato piu' facile trovare parcheggio in piazza S. Pietro durante il giubileo che a questa festa dell'unita'. Fortunatamente all'interno di un campo trovo una posizione favorevole alla mia situazione di carico: infatti i rack di controllo dei tubi laser contengono anche recipienti con olio, per cui non posso proprio mettere la macchina in pendenza, altrimententi correrei il rischio di trovarmi tutti gli interni lubrificati. Ci avviamo a piedi verso la festa, ed e' impressionante notare il fiume di gente che ha avuto la nostra stessa pensata. All'interno dell'area adibita alla manifestazione, sono presente un numero decisamente sorprendente di ristoranti, per cui la ricerca di Maurizio risulta essere decisamente difficoltosa. Ad un tipo, del ristorante concorrente, chiediamo se conosceva uno che si chiamava maurizio con i capelli lunghi, e lui ci chiede: "Maurizio di Hampi ?" Con le indicazioni date dal simpatico signore toscano, raggiungiamo finalmente Maurizio, che gia' si trovava in compagnia di Benedetto, che aveva addirittura saltato un concerto per partecipare al pranzo. Dopo una snervante attesa (odio le attese per mangiare, fin dai tempi del militare) possiamo finalmente prendere posto al tavolo a noi dedicato, al di sotto del tendone adibito a ristorante. Da qui in poi, a parte una bella serata passata in compagnia, si sono susseguiti un numero indescrivibile di piatti di leccornie, tali da poter soddisfare anche i palati piu' esigenti. La componente tipica di tutta la cena era la pecora, cucinata in mille modi, ma cosi' bene come forse non avevo mai mangiato in vita mia. La cena prosegue tranquilla, e decisamente abbondante, fino a quanto un lampo di luce rischiara la notte, improvvisamente tutta l'attenzione dei commensali lascia i piatti ed e' per lei: la bellissima Monia, l'assessore alla cultura del comune di Campi Bisenzio. inutile dire che una donna cosi' non puo' passare inosservata nemmeno a dei freddi retrocomputeristi, abituati a parlare di lavatrici e diskpack. La grazia delle sue forme e la dolcezza delle sue parole hanno il sopravvento sulla ragione, e cosi' dopo poco tutti saremmo disposti a cedere tutti i nostri cimeli in cambio di un suo sguardo. Fortunatamente questa venere bisenziana lascia momentaneamente la scena, altrimenti non sarei mai riuscito a finire di mangiare, cosa ugualmente difficoltosa perche' il cibo era abbondante e di ottima qualita', ed ormai ero rimasto il solo a continuare a mangiare, quindi potevo contare su un'abbondanza ancora maggiore. Terminata la cena, si brinda a suon di limoncello, tratto dalla riserva speciale degli amici di Maurizio, ed e' decisamente quello che ci vuole per scaldarci, perche' qui comincia veramente a fare un freddo cane, ed anche se, su consiglio di Maurizio, siamo venuti con un maglione di scorta, il clima e' decisamente poco estivo per essere luglio avanzato. Non sapro' mai ringraziare il nostro amico di Hampi Bisenzio per questa indimenticabile cena, ma una cosa e' certa: l'anno prossimo , caschi il mondo, non mi perdero' questa festa dell'unita', pur non avendo niente a che fare con le idee politiche rappresentate dal colore rosso di tutto questo mondo. Purtroppo anche le cose belle prima o poi finiscono, e cosi' ci avviamo tristemente verso le macchine, dove ci aspetta ancora qualche scambio dell'ultima ora. Io e Diego salutiamo poi Maurizio e Benedetto, e ci avviamo verso l'autostrada. A causa del buio, del limoncello, o forse dei pensieri scatenati dalla visione celestiale del piu' bel assessore d'italia, sbagliamo l'ingresso in autostrada, e ci arrampichiamo fino a prendere l'ingresso di RoncoBilaccio. Da qui in poi il viaggio e' lungo e assonnato, e facciamo fatica a non addormentarci. Una provvidenziale sosta in autogrill, quando ormai e' quasi mattina, ci permette di riprendere un attimo le forze, giusto quanto basta per arrivare fino a Novara. Anche se ormai e' l'alba, io vado un salto a casa, Diego non regge e si accampa in macchina sotto la A2. Non riesco a dormire molto , forse giusto un'oretta, ma mi basta per riuscire a stare in piedi , e cosi' ritorno al punto di partenza, dando la sveglia a Diego. Un buon caffe, e poi si comincia a scaricare tutto quello che abbiamo preso durante questa trasferta toscana.