Introduzione
Penso che per tutti noi, poter organizzare una mostra, dove esporre al pubblico le proprie macchine, o parte di esse, sia un traguardo da non poco, una di quelle cose che ti rendono orgoglioso del proprio hobby, specialmente se i visitatori ci sono e sono interessati. Piero Vattano, ideatore del sito Computer Graffiti, ci e' riuscito, con l'appoggio della pro loco di Pinerolo, realizzando questa bella esposizione di macchine, che ripercorrono il tempo, dalla meccanica fino all'elettronica a larga integrazione.
23-12-2007 Finalmente la visita
Dopo aver rimandato per innumerevoli e vari motivi questa visita, mi riduco all'ultimo giorno disponibile. Parto nel primissimo pomeriggio, appena terminato il pranzo domenicale. Faccio una sosta all'uscita di Borgaro, dove debbo consegnare un metro lineare di riviste di optoelettronica a Paolo Cravero, che si e' offerto per conservarle, visto che io ormai devo liberare sempre piu' spazio per il retrocomputing. Passo poi ad Orbassano a prelevare Elia Bellussi, con il quale, dopo il caffe', ci avviamo verso Orbassano. Una pioggerella estremamente fastidiosa ci accompagna, ma non possiamo lamentarci, in fondo si cammina anche senza ombrello. Parcheggiamo con un colpo di fortuna proprio nella piazza centrale di Pinerolo, dove si affaccia Palazzo Vittoria, sede della mostra "Storie al silicio".Dopo un po' di girovagare a vuoto nella piazza, individuiamo finalmente il civico 8, sede della mostra, cosi' possiamo sfuggire alla pioggia e stare un po' al caldo. Ci attende Piero Vattano, di Computer Graffiti, l'organizzatore della mostra, assieme all'amico Gianluca, coorganizzatore. La mostra e' organizzata in "stazioni" , ciascuna relativa ad un preciso momento storico, tutte concatenate in un percorso temporale dall'era della meccanica agli anni 90. Apre la rassegna storica una calcolatrice meccanica Astra, appartenente alla terza generazione di calcolatrici meccaniche, con meccanismo a tamburo; non e' sicuramente una macchina famosa, ma serve a far capire al visitatore da dove inizia l'avventura informatica. Seguono alcuni cimeli relativi al periodo dei primi mainframe e mini: memorie a nuclei di ferrite, parti di mainframe a valvole, moduli interamente transistorizzati. Arriva poi il momento dei computer artigianali: Commodore, Tandy, i primi Apple. La carrellata prosegue poi con i primi home computers, tra i quali presenti alcuni modelli veramente rari, come Atmos e Atom, tutte macchine esposte pulitissime. Segue la sezione dei trasportabili, anche qui con modelli interessanti, e conclude quella dei portatili, molto vicini ai giorni nostri. Fuori concorso la zona giochi, con varie console di cui bene o male tutti abbiamo ricordo.
Il garage di Piero
Non puo' mancare, visto che siamo in loco, una visita al garage/laboratorio/museo di Piero, che si trova distante poche centinaia di metri dal luogo della mostra. Facciamo cosi' una breve "escursione", come la chiamano gli amici tedeschi del Vintage Computer Festival Europa. Piero ha la fortuna di avere uno spazio sotto casa che, anche se non illimitato, gli consente di poter archiviare e sistemare le macchine della sua collezione, possibilmente in periodi dell'anno meno freddi di questo, in cui tutti noi che abbiamo spazi non riscaldati, andiamo in letargo. Originale la soluzione delle ante montate sopra i classici scaffali metallici, che evitano il depositarsi di polvere. Presenti, oltre alle macchine classiche che tutti, chi piu' chi meno, possediamo, alcune macchine veramente particolari, che raramente capita di vedere in giro. Sarebbe bello passare in rassegna tutte le macchine e farsi raccontare la loro storia, almeno, a me e' una cosa che interessa particolarmente, la storia di ogni singola macchina, oltre alle caratteristiche tecniche e di commercializzazione del modello. Ma il tempo e' poco, il freddo e' tanto, e cosi' si ritorna alla mostra, che ci accoglie con un bel tepore da riscaldamento.
La cena
Ogni evento retrocomputeristico degno di tale nome, deve obbligatoriamente concludersi con una bella cena. Purtroppo la trattoria per eccellenza di Pinerolo, alla domenica risulta chiusa, per cui occorre trovare una soluzione alternativa. Scartate le pizzerie classiche, scartati i ristoranti di lusso, ci dirigiamo verso questo ristorante pizzeria poco distante da pinerolo, in una frazione, un locale piccolo ma curato.
Recensione pubblicata su "Il mangione"

Trovandoci a Pinerolo per la visita ad una mostra di informatica storica, decidiamo di terminare degnamente la serata con una bella cena in loco. Purtroppo alla domenica sera molti locali, tra cui la nostra trattoria preferita, sono chiusi, come in tutto il torinese. Fortunatamente troviamo posto in un locale  situato sulla statale che porta da Pinerolo a Sestriere, ma appena fuori paese, circa due chilometri da Pinerolo. Si tratta del "Gambrinus", un locale a meta' tra la pizzeria e la trattoria, ma che di quest'ultima conserva l'ambiente familiare e la gentilezza nel servizio. Dopo aver prenotato telefonicamente ed avuto conferma della disponibilita' per tre persone, ci rechiamo presso il locale alle 20:30, trovando facilmente parcheggio sulla strada principale, quasi di fronte al Gambrinus. Entriamo e veniamo accolti da una gentile signora, che ci accompagna al nostro tavolo. Il locale e' composto da due sale, una all'ingresso, sulla quale si affaccia anche il bancone da bar, ed una piu' appartata. Al nostro ingresso, il locale e' praticamente pieno, tranne il nostro tavolo. Purtroppo non c'e' molto spazio tra i tavoli, ed anche raggiungere il tavolo va fatto con attenzione, cercando di non urtare nessuno; non siamo a livelli delle pizzerie dove mettono due coppie a 10 centimetri l'una dall'altra, sicuramente, ma un paio di tavoli in meno avrebbero reso l'ambiente piu' proporzionato. Ci accomodiamo al tavolo e nell'attesa del menu, ho modo di dare un'occhiata al locale: le pareti sono dipinte con un colore aragosta molto forte, in simil stucco veneziano, pochi quadri appesi alle pareti, mobili in arte povera molto scuri. Sicuramente il locale e' stato recentemente rinnovato, appare pulito ed ordinato, non ha un proprio stile, ma si apprezza il tentativo di ambientazione stile vecchia trattoria. L'apparecchiatura e' con tovaglia di color senape tenue, dalle generose dimensioni, tovagliolo in tinta, posate in metallo non banali, che ci verranno sostituite ad ogni portata, calice per l'acqua (niente vino). Prese le ordinazioni, arriva anche il cestino del pane, in metallo lavorato, contenente grissini di tipo industriale, ma apprezzabili, ed un pane affettato di tipo pugliese. Inizio con un'insalata di mare, che mi sorprende sia come qualita' che come quantita', facendomi capire che il locale, nonostante la semplicita' e la presenza del forno pizze, e' di un certo livello. L'insalata di mare arriva presentata con piatto azzurro semitrasparente a forma di conchiglia, con abbondante sottopiatto dalla forma rettangolare con spigoli stondati. Al centro del piatto insalata di calamari, piovra, gamberi, mentre disposte ai lati vongole e cozze con guscio: una presentazione d'effetto ma allo stesso tempo molto semplice nella realizzazione. L'insalata arriva accompagnata da una bottiglia da mezzo litro di olio extravergine di oliva e sale, onde poter condire a piacimento. Il pesce e' freschissimo, la cottura perfetta, risultato una delizia per il palato. Porzione decisamente abbondante, che soddisfa l'appetito iniziale e quello che nasce dal gustare una bonta' come questa. I miei commensali scelgono come antipasto cozze gratinate e crostini con salame di cervo, preparazioni che , oltre all'aspetto che posso giudicare anche io positivamente, mi viene confermato essere ottime al palato. Soddisfatti, passiamo quindi ai primi. La scelta non e' enorme, sei o sette possibilita', ma tutte interessanti: io prendo gnocchi al castelmagno, decisamente un classico, ma la cui preparazione differisce spesso a seconda della zona. Gnocchi morbidi, non al punto da sciogliersi in bocca, ma comunque ottimi, sapore della patata delicato, purtroppo coperto in parte dal castelmagno, molto liquido, complice anche la temperatura alta del piatto. Senza dubbio il voto e' ottimo anche per questa portata. I miei commensali scelgono maccheroni alla siciliana e tagliolini con broccoli e zucchine, e si dicono soddisfatti. Inutile dire che le porzioni, anche in questo caso, sono state decisamente abbondanti, al punto che, dopo un rapido consulto, decidiamo di passare direttamente al dolce. La scelta dei dolci, tutti fatti in casa, e complessa, visto che sono cosi' tanti che dobbiamo farceli ripetere tre volte per poterli valutare mentalmente tutti; io scelgo un fagottino di mele caldo, che si presenta come un sacchetto di sottilissima pastasfoglia, ripieno di un impasto di mele e pan di spagna, molto dolce. Peccato che sia di dimensioni ridotte, in proporzione al resto della cena, perche' ne avrei gustato volentieri un bis. Per i miei compagni di merenda un tiramisu ed una charlotte, quantita' abbondanti e volti soddisfatti. Un buon caffe'  conclude questa nostra positiva esperienza. Il servizio e' stato impeccabile, mai invadente, ma pronto ad ogni nostra richiesta, professionale ma mai formale. Conto di tornare in questo locale per provare altre pietanze, che mi hanno lasciato la curiosita'. Spesa 24 euro a testa, decisamente meritati.

 
  Al ritorno trovo una delle solite "sorprese" sulla mulattiera Torino-Milano (chiamarla autostrada e' ridicolo). Arrivato a Rondissone, con pure la nebbia che ci si mette, uscita obbligatoria e ti sbattono sulla statale, come capitato gia' diverse altre volte. Cosi' mi faccio un bel pezzo di statale, fino a Santhia', in mezzo alla nebbia, alle rotonde non illuminate, ai coglioni che devono sorpassare a 120 Km/h con una nebbia che non si vede a 100 metri. Mi chiedo quando finira' questa presa per il culo, visto che il biglietto al casello lo si paga ed ogni anno piu' caro.