Che giornata!... CHE GIORNATA!
Per oggi era in programma il recupero di un IBM system 32
http://www.gibnynex.gi/home/jimwatt/home/history/s32.htm
mi sveglio di buona lena alle 6.30, prendo il trenino alle 7, cambio a
torino, raggiungo novara alle 9, dove c'e' alberto ad aspettarmi... Pigliamo
il furgone (un vero schifo! In-guidabile e con visibilità pessima... se
possibile non comprate mai un Citroen Jumpy.. :O) e, dopo un salto alla A2
Sistemi per prendere un caffettino, ci avviamo verso Milano. Fortuna vuole
che il luogo del recupero sia vicino all'uscita dalla tangenziale.
Arriviamo intorno alle 11.15 e ci accoglie un simpatico e vitale vecchietto
di (avremmo saputo successivamente) 78 anni... (!), il quale ci introduce al
luogo del misfatto. Già sapevamo che l'impresa non sarebbe stata lieve (il
32 misura 67x67x180cm.... oltre ovviamente alle varie appendici della
stampante), e quindi iniziamo a preoccuparci non appena vediamo che e' sito
in un seminterrato, al quale si accede con una rampa di scale di 12 gradini.
Il problema più grosso, in ogni caso, si sarebbe rivelato lo stretto
passaggio che collega la stanza dove il 32 è situtato all'androne.
Il vecchietto (un ingegnere in pensione) vende francobolli. Il system 32 è
locato nella stanza-ufficio e serve unicamente per poggiarvi sopra una
fotocopiatice. Veniamo a sapere che in precedenza era stato acquistato di
seconda mano da una coltelleria (che lo usava per tenere la contabilità), e
in realtà mai usato, da circa 14 anni. Entriamo nella stanzetta, e lo
vediamo. Bello ed enorme (e si vede che è pesantissimo).
Giace lì, inoperoso e quasi in attesa che qualcuno lo riattivi. Le prime
cose a colpirmi sono state (oltre alle dimensioni) il monitorino a fosfori
(che si vede mediante uno scatolotto con un sistema di specchi) e - appena
aperte una delle ante - la dimensione del disco fisso, probabilmente da 5 Mb
e alloggiato su un solo enorme piatto (!) a occhio e croce di 30-35 cm di
diametro.
La prima operazione consiste nel bloccaggio del disco fisso. Alberto apre
un'anta posteriore e spostando una apposita levetta compie l'operazione. Al
che, si presenta la necessità di portarlo fuori della stanza... credevamo
che fosse tutto già quasi finito.... non sapevamo ancora cosa ci avrebbe
aspettato...!
La prima idea ovviamente è quella di staccare le due parti :O) che potete
intuire guardando la foto. In realtà non riusciamo a capire come sia
possibile compiere questa operazione (non si vedono nè giunti nè viti), e
quindi ci viene in mente che forse potremmo sollevarlo in verticale,
metterlo sul carrellino a ruote che ci eravamo portati, e così farlo uscire
per le due strette porticine che conducono nell'androne... d'altra parte, ci
informa il signore, era proprio in questa maniera che era arrivato lì 14
anni prima...
O beata ingenuità... o forse l'ottimismo degli entusiasti... proviamo a
sollevarlo, e.... non riusciamo neanche a staccarlo da terra!!! Un peso
immane, un vero masso di Sisifo! Impossibile sollevarlo.... Iniziano a
venire le prime preoccupazioni.
Che fare? Pensiamo... pensiamo e pensiamo... Una soluzione ci deve essere!
Proviamo a eliminare un pò di peso. La stampante viene via abbastanza
agevolmente, e pesa parecchio. Apriamo le antine per vedere se ci sia altro
di facilmente asportabile, ma non troviamo nulla che non sia ampiamente
cablato... e continuiamo a non vedere nè giunti nè viti tra le due parti....
Eppure si devono poter staccare! E che diamine!
Nella parte contente la stampante (da cui avremmo dovuto sollevare in
verticale la macchina) notiamo che ci sono alcuni componenti molto molto
pesanti. In primis un trasformatore, e poi il gruppo di alimentazione,
costituito da 6-7 condensatori delle dimensioni di una lattina (!) Siamo
circa alle 12.30, ci procuriamo delle etichette, e mentre Alberto inizia a
staccare ed etichettare tutti i collegamenti tra una parte e l'altra della
macchina, io cerco di rimuovere la tastiera sul fronte. Mi accorgo infine
che questo è possibile ma non completamente. Rimane un cavo flat giallo che
collega il gruppo di comando (sulla dx della tastiera) e l'unità per le
schede (situata nell'anta di sinistra). Rimuovo quindi tutta la parte
superiore della parte destra della macchina, e continuo a cercare i giunti e
le viti tra le due parti.....
Intorno all'una, l'amarissima scoperta....
Rimuovendo le varie ante in metallo che coprono la parte destra della
macchina, ci accorgiamo che la struttura portante dell'intera macchina è
stata saldata!!!
Ci pensate? Un/unica armatura in metallo pieno... le "due parti" (a questo
punto le virgolette sono necessarie) in realtà sono una sola ed
indivisibile!
L'alternativa di staccare le due parti e quindi farle passare per la
porticina senza metterle in verticale svanisce...
Vabbè.. diciamo noi.... un bel pò di peso è stato tolto... proviamo comunque
a sollevarla in verticale...
Niente da fare....
E' l'una e un quarto.... l'atmosfera si fa pesante. Abbiamo già le mani
ampiamente sporche, la macchina è letteralmente irremovibile, il signore
inizia (come noi del resto) ad avere dubbi sulla nostra possibilità di
portarci via la macchina, cerchiamo nelle nostre teste (e nelle nostre
agendine) chi avrebbe potuto venire a darci una mano a sollevarlo di volata
(in 4 forse ci saremmo riusciti). Non ci viene in mente nulla.
Il system 32 è trememendamente muto e immanente :O), senza più stampante e
con la consolle rivoltata sulla parte sinistra della macchina.
Alle 13.30, in uno sprizzo di orgoglio, mi viene in mente "Il giorno più
lungo" e adatto all'occasione una frase di John Wayne:
"Una sola cosa è certa: oggi questa macchina deve sparire di qui!"
Non ci diciamo nulla, tutti e tre ci capiamo senza proferire parola, e
iniziamo a ispezionare ogni singola parte della macchina, fuori e
soprattutto dentro, per vedere di staccare tutto lo staccabile.
Alberto continua a occuparsi della parte destra, io e il signore ci
prendiamo la parte sinistra.
La parola d'ordine è una sola: alleggerire! alleggerire il più possibile!
Iniziamo a staccare le porte (ferro tipo case desktop vecchi,
bianco-giallino granulato). Poi vedo il monitor. Bulloni inaccessibili, ma
va staccato.
Procedo quindi a togliere il "coperchio" della "scrivania". Nuova amara
sorpresa: sotto al coperchio si stende, muta e pesante, una solida armatura
in ferro nero. è tutto un pezzo unico, veramente una specie di
parallelepipedo di ferro. Mi viene in mente il monolite di 2001 Odissea
nello spazio, e così denudato, il system 32 gli assomiglia tremendamente!
Se non altro anche il "coperchio" pesa, e quindi è pur sempre un grave in
meno, e in questo modo riesco ad accedere alle viti per staccare il monitor.
Ora passo all'unità floppy disk (la vedete nella foto a metà della
macchina). Non è facile, ma si riesce almeno a rimuovere la copertura e una
unità di controllo (tutto fa brodo...). Intanto Alberto è finalmente
riuscito a staccare il trasformatore: l'etichetta segna 30 libbre, 17,5 Kg.
circa.... ci togliamo un peso dallo stomaco (chiaramente di mangiare manco
se ne parla... :O) nonostante siano quasi le 2 e mezza.
Constatiamo nel frattempo l'incredibile architettura del 32. Tutto è fatto
per NON essere smontato, per NON essere toccato, e ci immaginiamo i poveri
tecnici IBm che negli anni 70-80 dovevano fare l'assistenza a queste
macchine!
Si presenta la necessità di levare anche la tastiera (che è ancora connessa
con il flat giallo), la cui copertura è avvitata con tre brugole di taglio
non standard.... le prime 2 vengono via abbastanza facilmente con un
cacciavitino, la terza (essendo l'ultima :O) non ne vuole sapere. Ci
toccherà trapanarla per un buon 10 minuti....
Togliamo la copertura, e vediamo che il flat non di può in pratica
staccare... troppi collegamente singoli, molti dei quali saldati al blocco
di comando vicino alla tastiera... Albero riuscirà nell'impresa solo un
quarto d'ora più tardi staccando la flat (non senza difficoltà) direttamente
dal vano schede.
Sono quasi le tre. Io smonto ancora una ventola sull'estrema sinistra della
macchina, e decidiamo di non staccare l'hd, pur essendo visibilmente molto
pesante (solo il motorino era enorme, delle dimensioni di un motorino
d'avviamento di una nostra automobile... senza contare l'atro motorino
elettrico, non molto più piccolo, che serve per far girare i floppy).
Abbiamo tolto moltissime cose: 5 antine di ferro, trasformatore, blocco
tastiera e supporto stampante, la stampante stessa, una ventola, il gruppo
di comando sopra al floppy, il monitor, il "coperchio". In pratica è rimasto
l'hd con il suo chassis di metallo pesante, il suo motore, floppy e relativo
motore, gruppo condensatori e, particolare non irrilevante, tutta l'armatura
monolitica in ferro. In tutto questo siamo stati non poco aiutati dal
proprietario. Siamo letteramente neri per la polvere, e tentiamo nuovamente
l'impresa di metterlo in verticale. Se non ci fossimo riusciti, avremmo
dovuto staccare anche l'hd, e, per dirla in parole povere, sarebbero stati
davvero cavoli amari....
Invece... L'IMPRESA RIESCE! :O)
Mentre solleviamo in verticale - non credendo a quello che stiamo facendo,
e comunque con non poca fatica - sento che Freud aveva ragione :O))))
Finalmente riusciamo a sistemare il computer sul carrellino e a portarlo
fuori dalla stanzina. Sono circa le 3 e mezza. Lavoriamo da quasi 4 ore, e
mooolto rimane ancora da fare.
Abbiamo - o perlomeno, HO - molta paura. E se il carrellino non dovesse
reggere? Se beccando una asperità del terreno (il tappeto ad esempio) il
monolite da un metro e 80 dovesse perdere l'equilibrio e cadere? Sicuramente
spaccheremmo il pavimento, e faremmo un botto enorme, e non sarebbe
bello....
Spostiamo lentamente il gigante fuori dalla stanzetta, nell'androne e quindi
vicino alla rampa di 12 scalini. La parte dura, insomma, non è ancora
finita.
A questo punto ci sono varie possibilità, tutte non leggere... potremmo
farlo scorrere su di un fianco liscio, ma le scale sono state dotate di un
rivestimento antiscivolo, oppure potremmo tentare di mettere le assi (che ci
siamo portati da Novara) sulle scale, e far scorrere in verticale il
carrellino su di esse, ma le assi non sono sufficientemente lunghe, e non
c'è un punto di appoggio. in più, se mai il carrellino, ad esempio a metà
corsa, dovesse scivolare all'indietro, sarebbe un disastro. Una cosa che mi
viene in mente solo ora è che non avremmo comunque potuto fare in questo
modo: avremmo sbilanciato troppo il monolite, dovendolo inclinare di circa
30gradi, e quindi sarebbe stato pericolosissimo per la persona che l'avrebbe
retto da dietro.
Alla fine, decidiamo di rimettere la macchina in orizzontale e di sfruttare
le rotelle come punti di incastro nei vari gradini.
Ci prepariamo: alberto e il vecchietto (per così dire.. :O) staranno dietro,
e io solleverò la parte anteriore di quel tanto che basta per incastrare le
rotelle nel gradino successivo.
Uno sforzo davvero non indifferente: uno... due... tre... quattro e cinque
gradini, dopodichè la parte anteriore arriva sul piano e bisogna "solo" più
farci arrivare anche quella posteriore.
Ce l'abbiamo fatta... incredibile per davvero! Ci sono stati momenti in cui
avevo pensato seriamente che sarebbe stato impossibile smuovere il gigante
nero!
Di qui in poi, le cose sono abbastanza semplici: carichiamo il system32 sul
furgone servendoci delle assi (incastrate da un lato nel bordo del portone
della casa, dall'altro nel bordo del portellone del furgone, un sistema
ottimo!) e lo assicuriamo con una corda. Poi iniziamo a caricare tutte le
parti smontate. Solo ora ci rendiamo conto di quante cose abbiamo smontato.
Sono veramente tante, e riempiono quasi tutto il vano del furgone.
Carichiamo anche i manuali e altre cosette (non appartenenti all'S32)
donateci dal signor Payevsky (così si chiama il nostro arzillo e vitale
ottuagenario), lo ringraziamo per la disponibilità e anche per l'aiuto, gli
rimettiamo a posto la fotocopiatrice, e partiamo alla volta.... del McDonald
più vicino! :O)
Tenete conto del fatto che erano le 4 del pomeriggio o forse più (ormai
nessuno più aveva guardato l'ora), non avevamo mangiato e quindi non
pensavamo ad altro!
Il resto è storia: dopo un non lungo viaggio di ritorno entriamo nel
retrocapannone e sistemiamo tutte le parti staccare del S32. Facciamo varie
foto (altre chiaramente ne erano state fatte durante lo smontaggio - vi
consiglio la foto di Alberto che trapana... :O)) e ci fermiamo per qualche
minuto a contemplare quello che siamo riusciti a fare. La forza
dell'ostinazione è riuscita laddove la forza d'inerzia imperava!
Non sarà facile rimontare tutto, e ci vorranno accurati test prima di
rimetterlo in vita, ma l'importante è che ora c'è, è lì nel capannone, e in
ottima compagnia. Chissà quante storie avrà avuto il nuovo arrivato da
raccontare a tutte le vecchie macchine che lo circondano (sta quasi al
centro del capannone) e quanto sarà stato interrogato stanotte, quando noi
non c'eravamo e tutto era buio. Magari alcuni di loro avevano già fatto
tempo addietro la conoscenza di un suo fratello, ma non è così probabile: il
numero di serie è 8104, è stato prodotto in lombardia molti anni fa (e
successivamente ricondizionato dalla IBM già una volta), e presumiamo che la
covata italiana non sia stata così prolifica.
Una macchina storica è salva! Ci siamo fatti un culo così - scusate se rompo
la poesia del momento... :O) - ma ora c'è, e non finirà più nelle grinfie di
un insensibile rottamatore.
Speriamo di poterla far respirare di nuovo, dopo 14 anni, entro poco tempo!
Ora servono retromen per pulirla e ri-assemblarla. Sarà un evento
bellissimo. Preparatevi! Simili esperienze non si possono fare tutti i
giorni! :O)
leonardo
:O)