Mi sveglio di buona mattina e dopo una colazione al volo, carico in macchina cassetta degli attrezzi e corda. Passo in ditta per preparare un po' di cose, ma mi accorgo che e' gia' ora di andare a prendere Leonardo Cerliani in stazione, infatti telefonandogli scopro che e' appena sceso dal treno. Via di corsa verso la stazione, dove trovo Leonardo che esce tranquillo dal bar, dove si e' appena concesso la sua colazione. Partiamo alla volta dell'autonoleggio per prelevare uno Scudo; in realta' ci viene dato un clone, un Citroen Jumpy. Con furgone ed attrezzi partiamo alla volta della A2 Sistemi, per caricare il necessario, carrellino, attrezzi, macchina fotografica, piantina di Milano. Prossima tappa del viaggio, passare al retrocapannone per caricare le assi, indispensabili per il caricamento di qualsiasi macchina di grosse dimensioni su furgoni. Dai primi momenti di guida e sopratutto di manovra del Jumpy, mi accorgo che e' veramente pessimo come guidabilita', con una visibilita' anteriore e posteriore scarsissima; ci accorgeremo poi che anche le misure sono tutte un programma, un po' come i watt delle autoradio :))
Dopo un breve viaggio in autostrada, usciamo dalla tangenziale e raggiungiamo rapidamente il posto, grazie alle indicazioni chiare e ad una fotocopia parziale della cartina di Milano. Il luogo dove giace il 32 si trova in un seminterrato, sotto un condominio , con accessibilita' limitata da un cortile progettato senza nessun criterio, ma comunque niente di impossibile. Scendiamo e dopo aver salutato il proprietario attuale, un simpatico signore che si occupa di filatelia, mettiamo mano al nostro bestione, liberandolo di una fotocopiatrice Nashua che lo opprimeva e spostandolo al centro della stanza. La presenza di un tappeto sul pavimento contrastera' molte delle nostre operazioni, fino al momento in cui prendiamo la saggia decisione di rimuoverlo. Dopo averlo analizzato attentamente, cominciamo a pensare a come portarlo fuori, e da qualche misurazione appare evidente che non si puo' farlo uscire nella sua posizione naturale, ma bisogna raddrizzarlo in piedi per farlo uscire da due porte disposte ad angolo; il proprietario infatti si ricorda che quando era entrato, era stato portato in quella posizione. Pensando ingenuamente che bastasse un po' di buona volonta', ci mettiamo in 3 a sollevare il bestione: ci guardiamo in faccia come cani bastonati, quando ci accorgiamo che nonostante avessimo applicato tutte le forze disponibili, non si era mosso di niente. Decidiamo allora di tentare la carta di separare i due blocchi, nonostante avessi avuto informazione da un ex tecnico IBM che il 32 era costituito da un blocco unico, e che non era proprio divisibile. Ma non fidandoci della precisione e della memoria del tecnico, tentiamo in tutti i modi di capire come fosso possibile staccare i due blocchi. Solo dopo una quantita' immensa di lavoro, che ha compreso lo smontaggio della stampante, della tastiera, lo scablaggio di tutto l'alimentatore, riusciamo a renderci conto che sotto tutto c'e' un telaio in tubolare da 25 mm saldato :(( A questo punto non esiste altra soluzione che smembrare il povero 32, cercando di asportare tutto quello che possa fare peso, a cominciare dal trasformatore di alimentazione, che pesa 37 libbre, e che da solo alleggerisce gia' un bel pezzo di sistema. Piano piano asportiamo le parti dell'alimentatore, il monitor, tutti i pannelli di chiusura laterali, la ventola con relativo filtro e dopo tutti questi smontaggi, finalmente possiamo alzare in piedi il bestione disponendolo sul carrellino by A2 Sistemi, un altro utensile brevettato per impiego retrocomputeristico. Con la macchina in piedi , diventano maggiormente visibili tante cose, per cui in un attimo e' possibile smontare il blocco dei condensatori di filtro e dei raddrizzatori. Legati i cavi e preparato il tutto, procediamo a portare finalmente fuori il nostro trofeo, e da qui in poi tutto e' abbastanza agevole fino a raggiungere le scale, dove disponiamo il carrellino alla base della rampa e facciamo appoggiare il 32 sulle ruote direttamente sugli scalini.L'operazione di salita della scala e' difficoltosa, ma piano piano si riesce a farlo giungere in cima alla rampa. Da qui portarlo fuori diventa facile, solo uno scalino da superare e basta. Fortunatamente in prossimita' del cortile c'e' uno scalino provvidenziale che mi consente di incastrare le assi tra quel punto ed il furgone, procedura abituale messa a punto durante un numero ormai alto di salvataggi di macchine simili. In un attimo il 32 sale a bordo del Jumpy e viene legato con una bella corda. Una parte sottovalutata e pesante e' invece quella di caricare e stoccare tutti i pezzi prededentemente smontati, oltre alla nutrita schiera di manuali e ad un M24 Olivetti, senza dubbio comune ma da non lasciare assolutamente al suo destino. Finalmente il carico e' completo, ci laviamo le mani, simili a quelle di un carbonaio ormai, salutiamo e ringraziamo il nostro benefattore, e ci avviamo verso la cosa piu' necessaria in questo momento: un panino !! Il vicino Mc Donald di Cormano appaga i nostri desideri culinari, e ci concede quell'attimo di riposo necessario per riprendere la strada. Fortunatamente la nebbia presente non ci ostacola piu' di tanto, e giungiamo rapidamente al retrocapannone, dove incominciano le operazioni di scarico. Serve un tempo spropositato per scaricare tutto il materiale sparso, i vari pezzi asportati dal 32, mentre in un battito di ciglia il 32 scivola liscio senza nemmeno un problema dal camioncino al pavimento del capannone, e grazie alle ruote si porta rapidamente in posizione, dove attendera' il rimontaggio nei prossimi giorni.Qualche foto per testimoniare ai posteri l'impresa, e poi via, verso Novara, dove riusciamo a fare anche in tempo a riconsegnare il furgone, evitando cosi' di doverlo fare il giorno successivo. Dopo un bel caffe' e qualche chiacchera, passiamo a visionare le foto del sistema, quasi increduli di avercela fatta. Un controllo all'orario treni, per consentire a Leonardo di ritornare a Torino, e poi passiamo a sballare ed aprire un server ridondante Cubix, per chi non la conoscesse, una macchina multiprocessore con canali di processo paralleli; in questo caso ci sono montate 8 schede per un totale di 16 processori, oltre alle varie schede di controllo periferiche. Purtroppo il tempo fugge, e sono costretto ad accompagnare Leonardo alla stazione, dopo aver richiuso in fretta ed a malincuore il nostro Cubix.
Anche questa volta un pugno di retroman, di quelli veri, ha sfidato l'impossibile ed ha vinto, salvando un'altra macchina dalla distruzione.

Un grazie di cuore a Leonardo per la collaborazione.